• Aamod, venti anni di produzioni; Cesare Zavattini; 20 film a base totale di archivio
  • 1° Origini e attività dell'Aamod; 2° Film a base totale d'archivio; 3° Il movimento operaio attraverso le immagini del '900

Storia e memoria nei documentari a base totale d’archivio dell’ A.A.M.O.D.

[...] Questo tipo di documentario tende ad essere identificato con “il film sulla storia”. È vero, i film realizzati, con materiali d’archivio, al di là dell’origine e del tema trattato, possono assumere di fatto una valenza “storica”. Il solo rimettere in circolo documenti audiovisivi di un “certo tempo” fa assumere ai film in oggetto una connotazione di tipo storico, ma storici come Marc Ferro ci mettono in guardia rispetto alla “obbiettività dell’immagine”. Spesso la televisione produce e trasmette prodotti audiovisivi a base totale d’archivio di argomento storico, dove le immagini fanno da vera e propria “tappezzeria” al testo narrato, generalmente scritto da uno storico. Situazione in cui la figura del regista assume inevitabilmente una posizione subalterna rispetto allo storico, che in una produzione audiovisiva è, e dovrebbe essere, essenzialmente un consulente. Nei film realizzati dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (Aamod) il rapporto tra storico e regista ritrova un suo equilibrio. [...] Al fatto storico prevale il documento audiovisivo, poiché questo è l’ambito nel quale si muove l’Aamod. Preminenza del regista sullo storico. Della competenza audiovisiva su quella storica.
Un aspetto della dimensione formale del genere documentario in oggetto vede la “modalità di gestione dei brani d’archivio” selezionati per comporre il film, in particolare: la sua durata ed il rispetto del lavoro di chi ha realizzato il film d’archivio da cui viene estratto il brano che verrà “riusato”.
Questo importante elemento, sempre presente, quando si parla di prodotti audiovisivi a base d’archivio, riguarda il livello d’integrità che la nuova collocazione riesce a mantenere nei brani estrapolati, in relazione a ciò che lo stesso significava nel contesto audiovisivo d’origine. Uno degli assunti predominanti a riguardo vorrebbe il massimo rispetto della significazione originale. Ma questa può essere un’esigenza prevalentemente teorica. Nella pratica abbiamo da una parte l’utilizzo dei film d’archivio in nuovi prodotti audiovisivi, che oltre a rimettere in circolo immagini e suoni che potevano cadere nell’oblio, realizza nuovi discorsi, ulteriori interpretazioni della realtà, anche attraverso la particolare linea stilistica che un regista può imprimere. Oppure, i film d’archivio possono essere riproposti in maniera integrale come nel caso delle riedizioni e delle videoantologie.